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Pokemon Go alla conquista della scienza

Per quei pochi individui fuori dal mondo che non sapessero cos'è Pokemon Go, ecco una breve descrizione: Pokemon Go è un gioco che utilizza la realtà aumentata geolocalizzata e, attraverso l'impiego delle mappe digitali e del Gps, permette di scovare e “catturare” delle creature virtuali, i pokemon appunto. Lo scopo è collezionarne il più possibile, soprattutto trovare le specie più rare, per poi sfidare gli altri utenti in speciali combattimenti. Un passatempo che in poco tempo è diventato un fenomeno di massa, ha coinvolto milioni di utenti in tutto il mondo e ha lanciato una rivoluzionaria tipologia di intrattenimento, in grado di sfruttare appieno le nuove tecnologie.

Il videogame ha scatenato una sorta di psicosi collettiva sia nei giocatori, che hanno cominciato ad andare in giro col naso affondato nel cellulare alla frenetica ricerca dei pokemon anche mettendo a rischio la propria incolumità, sia nei detrattori, che ne hanno previsto risvolti apocalittici, come rischi per la sicurezza nazionale e l'uso da parte di terroristi e pedofili.

Scansando gli allarmismi e gli inevitabili abusi, all'interno della comunità scientifica più voci si sono levate in difesa del gioco, evidenziando le conseguenze positive che potrebbe avere l'applicazione. Innanzitutto perché propone un'interazione con l'ambiente circostante: il concetto su cui si basa Pokemon Go è infatti quello di esplorazione, un invito dunque a uscire dalla spazio esclusivamente virtuale per tuffarsi nel mondo reale. Diversi studiosi hanno evidenziato gli effetti benefici dal punto di vista fisico e psicologico, dal momento che il meccanismo ludico favorisce le relazioni sociali sia nel momento della caccia che del combattimento: addirittura alcuni ricercatori si sono spinti un po' più in là, fino ad affermare che questo passatempo potrebbe essere usato come terapia per i bambini autistici.

I più entusiasti si sono dimostrati i biologi e i naturalisti, per i quali Pokemon Go è un'ottima palestra per imparare divertendosi due delle attività principali di un bravo scienziato: classificare e catalogare. In effetti, uno dei momenti fondamentali del gioco è proprio quello del riconoscimento e della catalogazione delle varie creature, quello che nel linguaggio scientifico viene chiamato tassonomia. E probabilmente non è un caso che l'inventore dei Pokemon sia un collezionista di insetti, che fin da piccolo raccoglieva e ordinava centinaia di esemplari nei suoi classificatori.

Secondo la prestigiosa rivista «Nature» si può perfino ipotizzare una prossima generazione di abili appassionati di scienze naturali, educati da strumenti digitali come Pokemon Go alla ricerca e all'osservazione, in grado di scoprire nuove specie viventi finora sconosciute.