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Le principali scoperte nel mondo dell'arte del 2016

Il 2016 si è infine concluso. Per qualcuno è stato un anno davvero funesto, costellato di perdite straordinarie nel mondo della cultura e dello spettacolo. Consoliamoci con alcune importanti scoperte avvenute nel mondo dell'arte, ritrovamenti inaspettati e capolavori riportati fortunosamente alla luce. Vediamo quali sono state le più interessanti.

 

Un nuovo quadro di Bosch
Una piccola tavola a olio del 1500 custodita nel Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City si è rivelata essere un dipinto di Hieronymus Bosch. Il quadro raffigura “La tentazione di Sant'Antonio” e finora era considerato opera di un allievo del grande maestro fiammingo, celebre per le sue scene brulicanti di personaggi fantastici e mostruosi. Come ha dichiarato il direttore del museo Julián Zugazagoitia: «Si tratta dello stesso dipinto, ma all’improvviso ti ritrovi a guardarlo con maggiore affetto. È come se tuo figlio avesse appena vinto il Premio Nobel». La nuova attribuzione è frutto di un lungo e accurato studio i cui risultati sono stati esposti in una pubblicazione di circa mille pagine: una scoperta sensazionale tanto più che il corpus artistico di Bosch non supera le venticinque opere.

Un Dürer al mercatino delle pulci
Durante una capatina al mercato delle pulci di Sarrebourg, un comune nella Lorena francese, un archeologo in pensione acquistando per pochi euro una stampa di ottima fattura era convinto di aver fatto un affare, ma non immaginava di essere incappato addirittura in un'incisione di Albrecht Dürer considerata perduta. L'acquaforte Maria incoronata da un angelo, del 1520, era infatti stata rubata alla Staatgalerie di Stoccarda all'indomani della fine della Seconda guerra mondiale e se ne erano perse le tracce: il fortunato acquirente non appena si è accorto della provenienza dell'opera ha deciso prontamente di restituirla al museo tedesco.

Una donna di 8.000 anni fa
Una spedizione archeologica guidata dal professor Ian Hadder ha rinvenuto una statuetta di donna risalente a circa 8.000-8.500 anni fa. La scultura è stata dissotterrata nel sito neolitico di Çatalhöyük nei pressi della città turca di Konya, nell'Anatolia Centrale: nonostante le sue dimensioni ridotte – la figura è alta 17 centimetri e pesante quasi un chilogrammo – il reperto ha un valore eccezionale, sia per lo stato di conservazione pressoché perfetto, sia per la raffinata fattura rispetto ad altre sculture coeve. Per archeologi e ricercatori si tratta di un'opera “unica” nel suo genere.

 

Dopo 15 anni ritrovato un Leonardo
È merito di un anziano signore se dopo ben quindici anni possiamo ammirare una nuova opera di Leonardo. La storia è questa: un medico francese in pensione porta alla casa d'aste Tajan i disegni raccolti dal padre bibliofilo per averne una valutazione; il responsabile della sezione di arte antica osserva le 14 opere e rimane impressionato da un San Sebastiano legato a un albero che, a giudicare dalla fattura, sembra appartenere a una mano decisamente migliore delle altre. Partono le ricerche degli esperti e il Martirio di San Sebastiano si scopre essere firmato nientemeno che da uno dei geni assoluti del Rinascimento, Leonardo da Vinci. A fornire l'autenticazione definitiva è Carmen C. Bambach, esperta di fama mondiale dei disegni di Leonardo e curatrice del Dipartimento Disegni e Stampe del Metropolitan Museum di New York. Un ritrovamento eccezionale che frutterà anche una montagna di soldi al possessore, dal momento che l'opera è stata valutata dalla casa d'aste intorno ai 15 milioni di euro.

 

Scoperte a raggi x
L'analisi dei quadri ai raggi X fornisce sempre delle indicazioni interessanti sulla loro creazione o datazione. Ma talvolta è anche un mezzo per ritrovare nuove opere nascoste dietro mani di colore o strati di tela. In questo 2016 sono due le scoperte principali ottenute grazie all'uso di questa tecnologia.

Il primo è un dipinto di Edgar Degas, un volto di donna rinvenuto dai ricercatori della National Gallery of Victoria, in Australia. Il team di studiosi, preoccupati per l'espandersi di una macchia nera sotto un quadro del maestro francese, hanno sottoposto l'opera – un viso femminile – a un esame radiografico lungo ben 33 ore, portando alla luce il ritratto di una delle modelle predilette del maestro, Emma Daubigny.

Ancora più singolare è la vicenda di un lavoro di Magritte ritrovato dal Norwich Castle Museum & Art Gallery. Prima di effettuare il prestito al Centre Pompidou di Parigi per la grande retrospettiva sull'artista belga, i ricercatori del museo inglese analizzano ai raggi X l'opera La condizione umana e trovano una gradita sorpresa: una porzione de La Pose Enchantée, una tela degli anni Venti che lo stesso Magritte aveva smembrato in quattro parti per necessità materiali. Quella di Norwich è la terza parte finora riscoperta, per cui a tutt'oggi manca solo un tassello per completare questo bizzarro puzzle surrealista.

 

Capolavoro o imitazione?
Infine non possiamo tacere del “caso” dell'anno, vale a dire il presunto Caravaggio, Giuditta che decapita Oloferne, ritrovato in una soffitta a Tolosa nel 2014 e pietra dello scandalo per la comunità scientifica. Per alcuni è frutto del pennello del grande artista barocco, per molti altri è opera di un suo seguace, il fiammingo Louis Finson: la didascalia posta durante la recente esposizione alla Pinacoteca di Brera recita, per volere del proprietario e in assenza di certezze, “Michelangelo Merisi detto Caravaggio”. Un'attribuzione che ha infiammato gli animi e che ha portato perfino alle dimissioni di Giovanni Agosti, uno dei membri del comitato scientifico di Brera.

 

Per conoscere meglio alcuni dei protagonisti delle scoperte del 2016 guarda la nostra sezione sull'arte.