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La spiegazione di una strana malattia, la sindrome dei capelli impettinabili

Se i vostri capelli non ne vogliono sapere di stare a posto non è detto che sia colpa del parrucchiere, dei campi magnetici o dell'umidità. Forse siete affetti da una rara patologia e allora la responsabilità è solo della genetica.

Una ricerca dell'Università di Bonn, pubblicata sulla rivista “The American Journal of Human Genetics”, ha fatto luce sulla cosiddetta sindrome dei capelli impettinabili, conosciuta anche come sindrome di Struwwelpeter. Struwwelpeter è un personaggio della letteratura per ragazzi nordica, da noi noto come Pierino Porcospino: incarnazione del bambino disobbediente, si distingue per le sue unghie tremendamente lunghe e per la zazzera arruffata e indomabile.

A differenza di Pierino, che non si pettina i capelli per sfidare l'autorità dei genitori, le persone affette da questa particolare malattia possono provare qualsiasi tipo di spazzola o balsamo ma non riusciranno ad avere la meglio sulla loro chioma ribelle. La sindrome si presenta fin dall'infanzia, quando i bambini colpiti vedono i capelli volgere verso un colore argenteo-biondo paglierino, diventare secchi e crespi, crescere in maniera disordinata e senza alcuna possibilità di essere appiattiti con il pettine.

Questa malattia è conosciuta fin dagli anni Settanta, sembra che in tutto il mondo ne soffrano circa un centinaio di persone, ma, stando alle parole degli scienziati dell'ateneo tedesco, potrebbero essere molti di più, solo che lo ignorano. Anche perché prima di oggi non era mai stato eseguito uno studio sistematico, volto non tanto a descrivere la sindrome quanto a individuarne le cause.

Deciso ad andare in fondo alla questione, il team di Bonn ha individuato la spiegazione della strana patologia nel patrimonio genetico delle persone affette. Sequenziando tutti i geni dei pazienti colpiti hanno infatti trovato l'origine nell'anomalia di tre geni fondamentali per determinare la struttura e la forma dei capelli, Padi3, Tgm3 e Tchh. I primi due contengono le informazioni d'assemblaggio, mentre il terzo regola il fusto del capello: basta che uno dei tre geni abbia una mutazione e non funzioni regolarmente perché ci si trovi di fronte a una chioma “da porcospino”.

Grazie a queste nuove scoperte, forse, nel giro di qualche anno gli studiosi riusciranno a ideare una soluzione al problema; per ora i piccoli pazienti si devono accontentare del fatto che la sindrome con l'avanzare dell'età si attenua, e quindi i loro capelli, sebbene con molta fatica, saranno infine addomesticabili.