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La diagnosi medica arriva dai quadri: uno studio “frattale” dei quadri dei maestri

In tarda età Salvador Dalì soffriva del morbo di Parkinson, mentre Willem De Kooning aveva l'Alzheimer: a stabilirlo non sono solo i rigorosi referti medici ma i loro stessi quadri. Così afferma una ricerca condotta dallo psicologo Alex Forsythe dell'Università di Liverpool. Lo scienziato inglese ha analizzato oltre duemila dipinti, 2.092 per la precisione, di sette artisti diversi: oltre ai due citati ci sono i mostri sacri Monet, Chagall e Picasso, quindi Norval Morrisseau – pittore canadese – e James Brooks – esponente dell'espressionismo astratto.

Ma come è arrivato Forsythe a diagnosticare queste gravi malattie degenerative? Applicando il metodo dell'analisi frattale, ben noto alla fisica e alla matematica ma decisamente poco comune nell'ambito artistico. I frattali, secondo il suo teorico, il polacco Benoit Mandelbrot, sono degli oggetti geometrici all'apparenza caotici ma che in realtà mostrano una struttura regolare, che si ripete all'infinito su scale diverse. Grazie alla geometria frattale si possono così individuare gli schemi matematici che si nascondono dietro gli oggetti reali: dalle coste di un Paese alle foglie della felce, ogni forma irregolare può essere ricondotta a un disegno geometrico. In questo modo anche i colpi di pennello possono diventare oggetto di analisi scientifica e non più l'espressione esclusiva dell'estro e delle emozioni di un artista. Partendo da questo principio, lo psicologo inglese ha confrontato l'opera dei pittori in questione, esaminando a fondo come è cambiata la natura delle loro pennellate nel corso della carriera e mettendo i risultati in relazione a una possibile spiegazione neurologica.

Prendiamo De Kooning. Al maestro dell'espressionismo astratto americano per esempio, viene diagnosticata la malattia di Alzheimer negli ultimi anni di vita – il pittore si spegne a 92 anni – tuttavia a giudicare dall'analisi frattale, secondo Forsythe, l'apparizione della patologia si potrebbe far risalire a ben quarant'anni prima, verso la fine degli anni Sessanta, quando l'autore delle formidabili Women mostra un'eccessiva semplificazione del tratto.

Per quanto riguarda Dalì, la ricerca del team di Liverpool conferma l'insorgere del Parkinson intorno ai 75 anni: in questo caso la “dimensione frattale” rileva una crescita intorno alla metà della sua vita, per poi calare gradatamente fino al rapido declino provocato dal tremore alla mano tipico della malattia.

Picasso, Chagall e Monet manifestano invece una tendenza opposta, segno dell'assenza di gravi problemi neurologici: nei tre grandi maestri la pennellata continua a evolversi nel corso degli anni, aumentando la propria complessità, segno dell'assenza di gravi problemi neurologici.

Diversi scienziati e storici dell'arte contestano la validità del sistema di Forsythe, ritenendolo troppo riduttivo nei confronti della complessità psicologica ed estetica di un'opera d'arte. Lo psicologo risponde alle accuse sostenendo che lo studio può costituire un aiuto nella spiegazione di queste malattie e spera inoltre che «possa scatenare una riflessione su ciò che avviene nel cervello ben prima della diagnosi».

 

Per conoscere meglio le opere di Willem De Kooning guardate la conversazione con lo storico e critico dell'arte Michele Dantini