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Il simbolo della rinascita culturale inglese: il teatro elisabettiano

Durante l'età di Elisabetta I si verifica quello che può a ragione essere considerato l'evento più significativo della vita culturale dell'epoca: la nascita di una vivace produzione teatrale in grado di rispondere ai gusti di un ampio pubblico, dal più raffinato e colto al più popolare. Nel teatro elisabettiano infatti convergono sia le conoscenze derivate dallo studio degli autori classici, come Plauto e Seneca, sia la tradizione del teatro religioso tardo medievale, sia gli elementi folkloristici tipici degli spettacoli popolari.

La stessa Elisabetta I è una grande sostenitrice del teatro e il dramma diventa la principale forma di intrattenimento della corte inglese: la sovrana incoraggia la produzione drammatica e prepara la strada al professionismo dell'attore. Un editto del 1531, emanato da Enrico VIII, classificava gli attori girovaghi come vagabondi e li esponeva alle persecuzioni delle autorità cittadine e dei puritani, che vedevano in essi una minaccia all'ordine pubblico. La sovrana limita gli effetti di questo decreto consentendo agli attori di esercitare liberamente la loro professione purchè sottoposti alla protezione di un nobile. Con queste premesse sorgono le prime compagnie stabili, come quella di Lord Chamberlain, di cui fa parte lo stesso Shakespeare, e diversi teatri pubblici, le cosiddette playhouses, costruiti a partire dal 1576 nelle zone franche delle periferie londinesi.

Queste strutture derivano, nelle loro caratteristiche essenziali, dai cortili circolari delle locande, i primi palcoscenici improvvisati dove gli attori mettevano in scena i loro spettacoli. Le playhouses sono edifici molto semplici, costruiti in legno e a cielo aperto, di forma circolare o poligonale, con un'ampia platea dove gli spettatori assistono in piedi allo spettacolo; mentre tutt'intorno corrono tre ordini di gallerie sovrapposte dove siede il pubblico più abbiente. Il primo teatro pubblico è il Theatre, costruito a nord della City dell'attore e impresario James Burbage, nel 1576, e demolito nel 1598. Seguono il Curtain, il Rose, lo Swan e il Globe, il celebre teatro dove vengono rappresentati per la prima volta alcuni dei più famosi drammi shakespeariani. Questo viene costruito sul luogo dove sorgeva il Theatre, con il legname ricavato dalla sua demolizione; il Globe sarà però a sua volta distrutto da un incendio nel 1613 e ricostruito a più riprese, finché non sarà restaurato, in anni recenti, secondo la tecnica dell'epoca e con la struttura originaria. Le condizioni in cui avviene la rappresentazione sono molto diverse da quelle odierne: si recita alla luce del giorno, i mezzi a disposizione sono pochi e rudimentali, non esistono scene dipinte e il fondale rimane sempre identico. Gli attori si muovono su grandi palcoscenici addossati a una parete di fondo e circondati su tre lati dal pubblico della platea, che è coinvolto direttamente nell'azione drammatica.

Non esiste sipario ma a volte una tenda separa la parte anteriore del palcoscenico (front stage) da una sorta di alcova retrostante (rear stage). Questa, insieme alla galleria sovrastante (upper stage) è l'unico mezzo a disposizione degli attori per effettuare i cambi scena. Questa passione per il palcoscenico, fortemente radicata nella popolazione e condivisa anche dagli esponenti più alti della società, viene raccolta alla morte della sovrana dal nuovo re Giacomo I. Il sovrano inglese pone sotto la sua diretta protezione la compagnia di Lord Chamberlain, che assume il nome di “The King's Men”: è la consacrazione definitiva per il mondo del teatro e per i suoi protagonisti, drammaturghi, come Shakespeare, Marlowe e Ben Jonson, e interpreti, per esempio Richard Burbage o William Kempe, che cominciano a sentire il profumo della celebrità.

Puoi conoscere meglio l'Inghilterra della regina Elisabetta I con il racconto dello storico Adriano Prosperi