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Il premio Pritzker 2017 per la prima volta va a un trio: ecco chi sono gli architetti dello studio catalano RCR Arquitectes

Il premio Pritzker 2017, vale a dire il corrispettivo del Nobel in campo architettonico, è andato al trio di progettisti catalani Rafael Aranda, Carme Pigem e Ramon Vilalta, fondatori dello studio RCR Arquitectes. Secondo la giuria, il riconoscimento è stato assegnato loro perché «hanno avuto un impatto sulla disciplina non solo per i territori in cui lavorano. Le loro opere comprendono spazi pubblici e privati, spazi dedicati alla cultura e istituzioni educative. Il loro lavoro ha la capacità di relazionarsi intensamente nell’ambiente specifico di ogni sito, testimoniando l’integrità e la profondità del processo progettuale». Ma chi sono i tre architetti spagnoli e quali sono le loro opere più rappresentative?

Lo studio RCR Arquitectes nasce quasi trent'anni fa, nel 1988, per volontà di tre giovani di Olot, cittadina nel nord della Catalogna: ad avvicinarli sono la convinzione che edificio e ambiente debbano convivere in perfetta armonia e l'idea di architettura come espressione di bellezza. «Ci piace parlare di creazione di atmosfere» dice Aranda «Abbiamo sempre provato a fare un'architettura che evochi sentimenti e trasmetta una sensazione di benessere e bellezza». Nei loro progetti il paesaggio ricopre dunque un ruolo di primo piano, paesaggio inteso sia come natura che come contesto culturale: «Quando iniziamo un lavoro la nostra prima preoccupazione è quella di visitare il posto» racconta Pigem «Siamo abituati a “leggere” il posto come se ci parlasse con il suo specifico alfabeto, un alfabeto che si determina tra il sito e noi».

Ovviamente i luoghi con cui dialogano meglio sono quelli in cui sono nati e cresciuti, la regione di Girona innanzitutto, con i suoi boschi e le montagne, e poi la capitale catalana Barcellona: è qui che si concentrano i loro migliori progetti, quell'architettura emozionante e poetica che li contraddistingue. A partire dalla pista di atletica di Tossols-Basil, realizzata a Olot, che si dipana attraverso una foresta di querce e si confonde con la vegetazione circostante; oppure il loro studio, ricavato dalla trasformazione di una vecchia fonderia, della quale il trio conserva elementi simbolici come i muri sgretolati o lo scheletro in acciaio, squarciando la struttura con enormi pannelli di vetro. Spostandoci di pochi chilometri ecco la cantina Bell-Lloc a Palamós, una grotta di acciaio costruita nel ventre della collina su cui sorgono i vigneti; o la splendida scuola materna El petit comte a Besalù, piccola scatola colorata che spicca nel paesaggio come un arcobaleno in miniatura. A Barcellona si segnalano per la Biblioteca del distretto di Sant Antoni, che irrompe tra i palazzi con il suo profilo di metallo e vetro che riflette la vita del quartiere; mentre tra gli ultimi edifici troviamo due creazioni realizzate in Francia quali il centro d'arte La Cuisine, che si integra in un antico castello di Nègrepelisse, e sopratutto il museo Soulages Rodez che si pone come un ponte tra il centro storico e la parte moderna della città.

Se il premio Pritzker era già stato assegnato a studi di progettazione composti da una coppia, vedi il caso di SANAA dei giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, è la prima volta che il riconoscimento va a tre persone. E a chi chiede loro come riescano a lavorare a sei mani e tre teste, così rispondono: «Crediamo nel dialogo. In un certo senso è come una jam di “jazz parlato”, uno dice una cosa e un altro continua...».