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Dalla guerra alla coesione politica: la nascita dell'Unione Europea

L'idea di un'unione di tutti gli Stati europei prende forma pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. L'intero continente usciva dilaniato dai combattimenti, dalle atrocità compiute dagli eserciti nemici sulle popolazioni, dallo sterminio nazista degli ebrei e di altre minoranze.

Il sogno europeo fu allora quello di mettere fine a conflitti e sofferenze e di dare avvio a un processo duraturo di cooperazione tra paesi vicini. Un progetto che, malgrado le frizioni politiche, si è dimostrato efficace, perché ha portato il periodo di pace più lungo nella storia dell'Europa occidentale.

I primi accordi tra paesi membri, negli anni Cinquanta, riguardavano la libera circolazione delle materie prime e della manodopera. In meno di quarant’anni, sono state poste le basi non solo per un mercato unico, ma anche per un'unione politica transnazionale. Partita con soli 6 membri – Italia, Belgio, Francia, Germania Ovest, Lussemburgo e Paesi Bassi – la comunità europea si è allargata a più riprese, a partire dagli anni '70.

Nel 1973 hanno aderito Danimarca, Irlanda e Regno Unito, e nel 1979 è stato eletto, a suffragio universale, il primo Parlamento Europeo. Nel 1981 la Grecia è diventata il decimo Stato membro, mentre il Portogallo e la Spagna, reduci entrambi da una lunga dittatura, sono entrati nel 1986.

L'intero scenario politico è mutato il 9 novembre del 1989, con la caduta del muro di Berlino. Le due parti del continente diviso dalla guerra fredda hanno cominciato un processo di riavvicinamento che ha portato, nel nuovo millennio, all’allargamento a Est dell’Unione.

Negli anni ’90 vengono firmati due trattati di grande importanza: innanzitutto quello di Maastricht, che dà avvio all’integrazione europea, non solo in materia di economia ma anche di politica estera, sicurezza, polizia, giustizia. Nel 1997 arriva il trattato di Amsterdam che riforma le istituzioni comunitarie. Dopo l’ingresso di Austria, Finlandia e Svezia, seguito nel 2004 da quello di 10 nuovi membri, nel 2007, di altri due paesi ex socialisti, Bulgaria e Romania, e nel 2013 della Croazia, oggi l'Unione europea conta 28 membri.

L'ultimo decennio ha rappresentato un periodo difficile per il nuovo organismo politico, colpito dalla crisi economica globale, da gravi tensioni geopolitiche e sociali, il cui risultato è stato l'emergere di una nuova ondata di populismo, culminata nell'avanzata dei movimenti cosiddetti euroscettici e dell'uscita dalla comunità dell'Inghilterra in seguito a un referendum popolare.

Nonostante la delicata situazione, l'Unione ha sicuramente raggiunto uno dei suoi obiettivi principali, ovvero il mantenimento della pace nel continente: per i cittadini europei contemporanei, le guerre e le grandi contrapposizioni politiche e militari del Novecento rappresentano ormai un lontano ricordo.

 

Per saperne di più sul modello europeo guarda la conversazione di Romano Prodi