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Boccioni e Balla, due maestri del futurismo in mostra ad Alba e Rovereto.

L'autunno del futurismo potremmo chiamarlo; non nel senso di un declino di interesse nei confronti del movimento dello Zang Tumb Tumb, della bellezza della velocità e dell'abolizione della pastasciutta, ma piuttosto della celebrazione imminente di due dei suoi protagonisti: Umberto Boccioni e Giacomo Balla. A distanza di oltre trecento chilometri, due realtà museali fra le più interessanti della provincia italiana, la Fondazione Ferrero di Alba e il benemerito MART di Rovereto, dedicano due retrospettive agli artisti che hanno restituito con le immagini quei principi estetici che il futurismo promuoveva a gran voce nei suoi manifesti.

Si comincia sabato 29 ottobre tra le colline delle Langhe, patrimonio UNESCO, in quella che probabilmente è la loro stagione migliore: nella sede culturale della storica azienda dolciaria di Alba si apre “FuturBalla”, un'ampia esposizione incentrata sul pittore torinese, autore di quel Dinamismo di un cane al guinzaglio riprodotto anche in un francobollo. Un'opera presente in mostra e che da sola varrebbe il prezzo del biglietto, se non fosse già gratuito. Ma la curatrice dell'evento, Ester Coen, di pezzi pregiati ne ha selezionati parecchi, e ha approntato un percorso approfondito che parte dall'apprendistato divisionista, quando Balla imparava a padroneggiare i filamenti luminosi e gli scorci audaci che dovevano poi confluire nell'innovativo linguaggio futurista. Dai primi quadri ancora infusi di realismo alle sinfonie di linee e colori delle Velocità astratte, l'esposizione di Alba propone opere straordinarie e difficilmente concesse in prestito, ma necessarie per poter offrire un percorso esaustivo sulla poetica di un grande artista.

La settimana successiva il visitatore già incantato dalle composizioni dinamiche di Balla potrà giungere nel cuore della Valle dell'Adige e ammirare oltre 150 lavori tra dipinti, disegni, sculture, foto e documenti d'epoca che cercano di ricostruire la parabola artistica di Umberto Boccioni, del quale quest'anno cade l'anniversario della scomparsa, avvenuta per una caduta da cavallo il 17 agosto del 1916. Da sabato 5 novembre il MART di Rovereto è la casa della mostra “Boccioni100. Genio e memoria”, rivisitazione e riallestimento dell'omonima esposizione vista al Palazzo Reale di Milano questa primavera. Il punto di forza di questa personale è rappresentato dal ritrovamento di una serie di documenti e scritti relativi all'artista finora sconosciuti e soprattutto dal corpus di suoi disegni, custoditi nel Castello Sforzesco di Milano e finora esposti tutti insieme soltanto quarant'anni fa. Un catalogo preziosissimo a cui si affiancano alcune importanti tele e sculture di Boccioni, innanzitutto Forme uniche della continuità nello spazio, ovvero il simbolo stesso della plastica futurista, immortalata persino sulla moneta da 20 centesimi di euro. Una mostra ideata secondo un percorso tematico che si snoda tra problemi estetici, come la scomposizione della luce e delle forme o lo studio del movimento, e soggetti prediletti, per esempio il mondo urbano e l'amata madre, spesso protagonista dei suoi ritratti. Un'esibizione che chiude nel migliore dei modi l'anno boccioniano, ricordando con sorprese d'archivio e opere imprescindibili l'artista “che più di tutti ha incarnato lo spirito futurista”.