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Abraham Lincoln, il presidente che abolì la schiavitù in America

Il valore politico di Abraham Lincoln è indiscutibile: sedicesimo presidente degli Stati Uniti, il suo nome è legato alla vittoria dei nordisti nella Guerra di Secessione e soprattutto al decreto che nel 1862 sanciva l'abolizione della schiavitù, pietra miliare nella storia americana. Un personaggio emblematico e affascinante, dalla biografia ricca e avventurosa che parte da un umile casa di legno e termina in un teatro di Washington. Scopriamo alcuni lati e fatti noti e meno noti della sua vita e del suo carattere.

 

Un'infanzia travagliata
Non si può certo dire che Lincoln sia cresciuto nella bambagia. I suoi primi anni di vita li trascorre in una casetta di tronchi composta da una sola stanza. I genitori sono piccoli agricoltori e neanche particolarmente fortunati, dato che quando il piccolo Abraham ha sette anni il padre perde tutto e sono costretti a lasciare il Kentucky per cercare fortuna a Perry County nell'Indiana. Come se non bastasse, due anni più tardi la madre muore in seguito all'ingestione di latte avvelenato e a prendersi cura di lui sarà la sorella Sarah.

 

Un aspetto inconfondibile
Lincoln detiene alcuni record legati al suo inconfondibile aspetto. Con il suo metro e novantatré è infatti il presidente degli Stati Uniti più alto della storia, insidiato solo dal democratico Lyndon Johnson un secolo più tardi; inoltre è stato il primo inquilino della Casa Bianca fornito di un barba fluente: tutto merito di una bambina di undici anni, Grace Bedell, che gli consigliò di farsela crescere per ottenere più voti in campagna elettorale. Il suo fisico asciutto, un fascio di muscoli e nervi, gli consente anche di distinguersi nella lotta libera: secondo le cronache ha vinto circa trecento incontri e si narra che un giorno, dopo aver battuto il suo avversario, sfidò l'intera platea di spettatori. Che siano leggende o meno, Lincoln è entrato persino nella National Wrestling Hall of Fame.

 

Un brillante autodidatta
Di modeste condizioni familiari come abbiamo visto, Lincoln non frequenta i migliori college del Paese, anzi il suo percorso scolastico dura in tutto soltanto diciotto mesi; però è un ragazzo molto curioso e di grande vivacità intellettuale, in grado di istruirsi praticamente da autodidatta. Tanto che quando decide di diventare avvocato non cerca il sostegno di insegnanti o scuole, inizia a studiare accuratamente i più importanti testi di giurisprudenza e presto viene ammesso alla professione legale. La sua brillante intelligenza possiede pure dei risvolti pratici, come dimostra il suo brevetto – primo e unico presidente a essere riconosciuto ufficialmente come inventore – per un dispositivo destinato ad aiutare le navi a superare le secche.

 

Un oratore formidabile
L'abilità oratoria di Lincoln è rimasta proverbiale: il suo linguaggio semplice, appassionato, autorevole, da qualcuno paragonato a quello di un predicatore evangelico, fa presa sugli spettatori dei comizi e sarà la sua arma vincente nella corsa alla presidenza. Soprattutto in un'epoca in cui i dibattiti pubblici sono l'arma più efficace per ottenere il consenso degli elettori e i confronti sono considerati alla stregua di incontri di boxe, in cui gli astanti caldeggiano per l'uno o l'altro candidato. I discorsi del presidente Lincoln sono entrati nella storia americana, come quello celebre seppur brevissimo pronunciato a Gettysburg quattro mesi dopo la sanguinosa battaglia tra unionisti e confederati che di fatto segnò la fine della secessione del Sud. Ecco il fulminante attacco: «Or sono sedici lustri e sette anni che i nostri avi costruirono su questo continente una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono stati creati uguali».

 

 

 

Un tragico record
Tra i primati di Lincoln ve ne è anche uno tragico: è stato il primo presidente americano a essere assassinato durante il proprio mandato. Il suo omicidio non è avvolto dal mistero come quello del suo collega John F. Kennedy, ma possiede comunque alcuni tratti singolari. Come tramanda la storia, lo statista viene colpito a morte il 14 aprile 1865 mentre assiste a una rappresentazione teatrale: il colpevole è John Wilkes Booth, un fanatico sostenitore sudista e antiabolizionista. Nessuno tra il pubblico si aspetta che possa accadere un evento del genere e, forse perché siamo a teatro, da principio crede che la scena faccia parte del copione: saranno le grida della moglie del presidente ad annunciare a tutti la drammatica realtà. Forse Lincoln avrebbe dovuto dare ascolto ai propri sogni, perché stando alla testimonianza di una guardia del corpo, avrebbe raccontato di aver sognato il suo assassinio la notte precedente. La famiglia dell'assassino si riscatterà parzialmente qualche mese dopo, quando il fratello del killer, l'attore Edwin Booth, salverà il figlio maggiore di Lincoln che stava per essere schiacciato da un treno.

 

Per conoscere meglio la figura di Abraham Lincoln guarda il racconto dello storico Daniele Fiorentino